domenica 30 aprile 2017

Nihil male qui ... cor

Nihil male qui minime dixit
Nihil male qui nihil fecit ...

Quando si sposò Gennaro venne a Grosseto dall'Argentario, si stabilì' nella casa della suocera a Grosseto, perché' in questo modo era più' agevole essere di aiuto alla ottuagenaria vecchia madre della consorte.
L'altro figlio abitava con la moglie in una zona poco oltre via Emilia.
Non sapeva se è quando sarebbe tornato nella casa di Porto Santo Stefano.

Il provveditorato scolastico lo aveva assegnato ad un scuola di Orbetello, dopo che il Liceo della stessa cittadina lo aveva caldamente indotto a trasferirsi a Grosseto.

Nel frattempo, mentre lui mattina era nella scuola di Orbetello, il fratello della Moglie, Anna, a sua insaputa aveva convinto Suocera e Moglie a vendere i fabbricati appartenenti alla anziana Madre e dividerli tra i figli, con un cospicuo conguaglio per il figlio.

Gennaro avvertiva quanto fosse forte l'ascendente di questo specie sulla Madre e come, pur avendo lasciato la casa materna nel 1982, secondo quanto mi consta senza restituire le chiavi di casa a Edvige, la Madre, poco dopo la morte del Padre, assai di rado tornava a far loro visita, accettando presumibilmente di fermarsi a pranzo senza ma ricambiare questa pratica, anche per il futuro.

Solo una volta avrebbe accompagnato la Madre nella nuova casa costruito in gran parte con capitali della di lui moglie, operatrice sanitaria, e della di lei sorella, medico, scattando foto che avrebbe esibito come prova della buona salute della Madre, in quel periodo curata dalla Figlia e dal marito, prima di un lungo periodo di allettamento successivo ad una caduta nell'Aprile 2008.

Prima di allora Edvige aveva frequentato mattina e pomeriggio la chiesa del Sacro Cuore, dedicandosi alla catechesi dei giovanissimi sotto la guida di vari sacerdoti, ma dopo che si era ritirata in casa, salvo periodiche visite del confessore Padre Gaetano, nessuno di era fatto vivo di persona o a telefono, eccetto una volta tre Donne impegnate nel volontariato.

Tra Gennaro e questo ambiente ecclesiastico non c'erano rapporti di conoscenza personale, tranne che con Padre Felice Vinci, trasferito a Bologna da anni, sebbene nel passato vi fossero stati contatti epistolari unilaterali, quando lo stesso Gennaro aveva spedito alla Chiesa del Sacro Cuore una lettera ricevuta dalla Segreteria di Stato del Vaticano contenente espressioni lusinghiere  e una speciale benedizione 
Apostolica.

Durante quattro anni fino al Giugno 2012 la Madre era stata curata dalla Figlia e dal genero, Gennaro, senza nessun intervento da parte del figliolo e sua moglie e senza che ma fossero stati attuati tentativi di auto isolamento.
Anzi tutta la famiglia aveva diradato se non annullato le visite, limitandosi a poche telefonate e delegando ogni cura ad Anna e Gennaro.
Lo dimostra il fatto che il figliolo aveva continuato le sue sporadiche visite per descrivere solo i problemi personali per la cura delle case appartenenti quasi tutte alla moglie e per curare ritocchi alla proprietà' terriere acquisita a suo tempo con l'accordo sulla divisione e vendita dei beni materni realizzata al tempo in cui Gennaro insegnava a Orbetello.

Il figliolo della Maestra Edvige quando Gennaro era arrivato in casa da sposo di Anna Maria aveva detto che non gradiva telefonate, e per questo Gennaro, lungi dal voler entrare in autarchica competizione don un individuo che ostentava una specie di splendido isolamento con quel docente di matematica che non gli rivolgeva quasi mai la parola, aveva giocoforza consentito che le comunicazioni fra lui e Edvige avvenissero telefonicamente fra i due, senza certo augurarsi d che il figliolo si inventasse di dover prenotare le sue rare visite alla Madre per parlarle della manutenzione delle case della moglie e del suo rigoglioso orto di tutto attrezzato.

Lui telefonava a casa a quella ora di sera in cui non si dovrebbe fare, fra le nove e le dieci, parlava con Anna, poi si faceva telefonare da Edvige, col telefonino, realizzando a costo zero il suo progetto, di informarsi di qualsivoglia cosa senza scomodarsi dalla taverna della sua villetta.

Quando Anna ha avuto problemi di salute, fra i giorni 11 e 24 Aprile 2012, con ricovero al Misericordia di Grosseto, e con altro ricovero il 4 giugno con conseguente intervento chirurgico nel reparto di Andrea Coratti, il figlio di Edvige pur avendo effettuato una delle sue visite a casa di Anna e della Madre e pur avendo, sempre verso le dieci di sera, parlato con me a Giugno, prima dell'intervento di Anna al colon e pochi minuti dopo con Anna in ospedale, che non credo affatto abbia mai negato il suo aiuto nella circostanza specifica e che meno che mai ne abbia ricevuto plausibile proposta, non ha mai umanamente offerto sia alla Madre sia ad Anna nessun genere di conforto, di aiuto, di collaborazione di qualsivoglia genere.

In compenso si è' palesato come l'avversario più' accanito per Gennaro, marito di Anna, che da quando è' venuto ad abitare nella casa prima di Edvige e poi della Moglie, Anna Maria, non ha risparmiato le sue forze per aiutare le due Donne in ogni circostanza, e tutto sommato anche per aiutare il figliolo, che per realizzare le sue voglie di autonomia personale, professionale e coniugale, non mi pare sia stato vicino alle esigenze di Edvige e Anna.

Quando Edvige si sentì' male, il 29 giugno del 12', erano quasi 25 giorni che continuavo la sua assidua assistenza a Edvige, senza essere contattato mai dal figliolo e senza trascurare affatto di visitare mattina e sera Anna in ospedale.

Gennaro non aveva idea di quando Anna sarebbe stata dimessa, il prof Coratti gli aveva dello ...a giorni.
Ma purtroppo proprio tra il 22 e il 29 Giugno insorse una setticemia che mise in pericolo la stessa vita di Anna.
Il 29 Giugno mi rivolsi al 118 per Edvige, che fu portata il ospedale al pronto soccorso verso le 15...
La sera stessa Anna ed io avvertimmo il fratello e la mattina stessa mi dissero che Edvige non era più' al pronto soccorso ma era stata trasferita a Castel del Piano, nosocomio secondo me non attrezzato per le cure specifiche necessarie a mia Suocera.

All'Ospedale di Grosseto non furono rilevate ecchimosi o traumi, e nemmeno presenza di fondotinta, cosmetico che permane non più' di 24 ore sulla pelle, e tuttavia dopo 5 gg a Castel del Piano, cosa per me incongrua, furono rilevate cose del genere e furono anche svolte interviste a mio parere irregolari o a Edvige, che non avendo spontaneamente chiesto colloqui con il figlio da solo, e non essendo in grado di rispondere, come rilevato dai Medici, non era proprio in grado di coinvolgere la persona che per anni la aveva assistita, accompagnata, a cui Ella stessa scriveva gli Auguri negli onomastici, nei compleanni, a Pasqua e a Natale ...


quella stessa persona a cui aveva concesso la mano della Figlia in una sera di Gennaio, che la accompagnava all'Amiata in Estate , dal cardiologo dott d'Alonzo, dalla dott.ssa Batignani, medico di famiglia, in Chiesa, sempre accompagnati anche da Anna.

Dopo Castel del Piano Edvige fu portata all' Ospedale di comunità'. Di Grosseto e qui mori' il 17 Luglio 2012 ...

Anna dopo tre mesi al Misericordia di Grosseto fu accompagnata a Montevarchi, a Dicembre riportata al MisericordIa Gr, poi alla Casa di Riposo Ferrucci di Grosseto, dove ancora si trova
Mentre scrivo a Lei accanto, senza averla mai lasciata nemmeno un giorno.

Dopo essere stato denunciato dal fratello di Anna, attendo l'esito della mia vicenda legale.
Se dovessi mancare, Anna, che ha bisogno di uno che la sostenga in tutto, diventerebbe la vera vittima di questa dolorosa vicenda.

Ho imparato che per non sbagliare occorre evitare di parlare ed agire.
Ma se rinascessi, aiuterei ancora mia Madre, con cui ho vissuto sempre fino al 93, quando morì', e la mia seconda Madre, Edvige ...









martedì 7 marzo 2017

Inclemente

Inclemente ... La patata bollente


Uscita dalla nera terra di un paese della bassa campagna Tosca, la grossa patata si guardo' attorno e goffamente si diresse verso un ampio caseggiato ...

Busso' alla porta robusta di rovere ... Una donna dalle possenti fattezze le apri' e la indusse ad entrare.

La cucina ampia e fumosa era illuminata da un grande fuoco in un ampio camino.

Repentinamente la donna afferrò' la povera patata e la sistemo' sotto la brace rovente, piazzandole sopra una capace recipiente di ferro ...

Dopo qualche tempo la donna si assopì' sopra una ampia sedia e la patata riprese i sensi, rendendosi conto di essere rinchiusa.

Il fuoco si era quasi spento e comincio' a sollevare il recipiente ancora tiepido, appoggiato ad un ramo semibruciato.

Usci' e si diresse verso l' uscio infilando la gattaiola.

Era tutta affumicata, ma non ustionata.
Era una patata bollente.
Rotolava allegra lungo campi e torrenti, finché' giunse ad un ponte, oltre il quale biancheggiava una città'.

Arrivo' poi in una piazza, oltrepasso' un cancello e in un piccolo giardino la raccolse un bambina.

Subito fece amicizia con la famiglia che abitava in casa.
Giocava con la bambina, ma un giorno mentre la teneva in braccio la fece cadere in terra, con gravi effetti.
  
A casa erano costernati per il comportamento ottuso della patata bollente e la mandarono a studiare a Pisa in una prestigiosa università' fuori del normale e che tuttavia tutti chiamavano ... Normale ...

Prima di partire per la normalizzazione che poi risulterà' fallace, lo sventato tubero 
mentre la teneva imprudentemente in braccio fece cadere la Sorellina più' giovane procurandole un doloroso trauma cranico con prolungati risentimenti neurologici destinati a produrre per anni effetti perniciosi nella coordinazione dei movimenti e persino nel modo di scrivere a scuola.

Purtroppo la notte e spesso il pomeriggio la patatina sempre più' bollente giocava a carte con vario compagni di università' e studiava poco, tanto da essere esclusa dalla normale e indotta a iscriversi all'università' più' che normale ...

Tornata nella sua città' di residenza, il bollente tubero mise le sue bollenti temperature a disposizione delle locali scuole di calibro medio inferiore, fino a chiudere la carriera in un istituto 'superiore' che gli ricordava tante atmosfere campagnatiche.

Qui resto' poco tempo, preoccupato dal comportamento di un gruppo di discenti dediti a pratiche assai discutibili.

La temperatura della patatina era ancora bollente quando si mise di buona lena ad affittare parte della sua taverna a gente amante del rispetto e della famiglia ...

Adesso è' un patatone, ed è' sempre bollente e progetta di espandersi al mare, verso Mons Argentarius ... 
...Con il suo stile ... Bollente ... E goffo ...

Prima di tuffarsi in queste avventate mire e di mostrare voglia attaccare una postazione Sannita, sposatasi la sorella con un insegnante collega e realizzato il suo sogno di una ultra decennale vita lontano dalla casa materna, in cui Madre e Sorella conducevano una eroica vita di sacrifici senza aiuto alcuno, dopo la morte del Marito,
dopo un grave malattia della Sorella stessa, rimasto a casa con la vecchia Madre il cognato, si era guardato bene dal porgere un aiuto qualsiasi ai tre Parenti.

Eppure sapeva bene quale fosse la loro condizione ...

Si sa come dalla Morte di Gesù' tutta l'umanità' abbia tratto beneficio per  sempre, ma certo due in modo immediato: Barabba e il Ladrone a cui fu promesso un immediato soggiorno in Paradiso, perché' era morto con benevolo atteggiamento accanto a Dio ...

martedì 21 febbraio 2017

Nihil male qui minume dixit fecitque...

Nihil male qui minime dixit
Nihil male qui nihil fecit ...





Quando si sposò, Gennaro venne a Grosseto dall'Argentario e si stabilì' nella casa della suocera, perché' in questo modo era più' agevole essere di aiuto alla ottuagenaria vecchia madre della consorte.

Non sapeva se è quando sarebbe tornato nella casa di Porto Santo Stefano.
L'altro figlio abitava con la moglie in una zona poco oltre via Emilia.
Il provveditorato scolastico lo aveva assegnato ad un scuola di Orbetello, dopo che il Liceo della stessa cittadina lo aveva caldamente indotto a trasferirsi a Grosseto.

Nel frattempo, mentre lui di mattina era nella scuola di Orbetello, il fratello della Moglie, Anna, a sua insaputa aveva convinto Suocera e Moglie a vendere i fabbricati appartenenti alla anziana Madre e dividerli tra i figli, con un cospicuo conguaglio per il figlio.

Gennaro avvertiva quanto fosse forte l'ascendente di questo specie sulla Madre e come, pur avendo lasciato la casa materna nel 1982, secondo quanto consta senza restituire le chiavi di casa a Edvige, la Madre, poco dopo la morte del Padre, assai di rado tornava a far loro visita, accettando presumibilmente di fermarsi a pranzo senza ma ricambiare questa pratica, anche per il futuro.

Solo una volta avrebbe accompagnato la Madre nella sua nuova casa costruita in gran parte con capitali della di lui moglie, operatrice sanitaria, e della di lei sorella, medico, scattando foto che avrebbe esibito come prova della buona salute della Madre, in quel periodo curata dalla Figlia e dal marito, prima di un lungo periodo di allettamento successivo ad una caduta nell'Aprile 2008.

Durante quattro anni fino al Giugno 2012 la Madre era stata curata dalla Figlia e dal genero, Gennaro, senza nessun intervento da parte del figliolo e sua moglie e senza che mai fossero stati attuati tentativi di auto isolamento dal contesto.

Anzi tutta la famiglia di Edvige aveva diradato se non annullato le visite, limitandosi a poche telefonate e delegando ogni cura ad Anna e Gennaro.
Lo dimostra il fatto che il figliolo aveva continuato le sue sporadiche visite per descrivere solo i problemi personali per la cura delle case appartenenti quasi tutte alla moglie e per curare ritocchi alla proprietà' terriera acquisita a suo tempo con l'accordo sulla divisione e vendita dei beni materni realizzata al tempo in cui Gennaro insegnava a Orbetello.

Il figliolo della Maestra Edvige quando Gennaro era arrivato in casa da sposo di Anna Maria aveva detto che non gradiva telefonate, e per questo Gennaro, lungi dal voler entrare in autarchica competizione con un individuo che ostentava una specie di splendido isolamento, con un docente di matematica che non gli rivolgeva quasi mai la parola, aveva giocoforza consentito che le comunicazioni fra lui e Edvige avvenissero telefonicamente fra i due, senza certo augurarsi  che il figliolo si inventasse di dover prenotare le sue rare visite alla Madre per parlarle della manutenzione delle case della moglie e del suo rigoglioso orto di tutto attrezzato.

Lui telefonava a casa a quella ora di sera in cui non si dovrebbe fare, fra le nove e le dieci, parlava con Anna, poi si faceva telefonare da Edvige, col telefonino, realizzando a costo zero il suo progetto, di informarsi di qualsivoglia cosa senza scomodarsi dalla taverna della sua villetta.

Quando Anna ha avuto problemi di salute, fra i giorni 11 e 24 Aprile 2012, con ricovero al Misericordia di Grosseto, e con altro ricovero il 4 giugno con conseguente intervento chirurgico nel reparto di Andrea Coratti, il figlio di Edvige, pur avendo effettuato una delle sue visite a casa di Anna e della Madre il 14 maggio 2012 e pur avendo, sempre verso le dieci di sera di metà giugno, parlato con Gennaro, prima dell'intervento di Anna al colon e pochi minuti dopo con Anna in ospedale, non credo affatto abbia mai offerto assolutamente il suo aiuto nella circostanza specifica e meno che mai ne abbia dato plausibile proposta, e neppure mai abbia offerto sia alla Madre sia ad Anna nessun genere di conforto, di aiuto, di collaborazione.

In compenso si è' palesato come l'avversario più' accanito per Gennaro, marito di Anna, che da quando è' venuto ad abitare nella casa prima di Edvige e poi della Moglie, Anna Maria, non ha risparmiato le sue forze per aiutare le due Donne in ogni circostanza, e tutto sommato anche per aiutare il figliolo, che per realizzare le sue voglie di autonomia personale, professionale e coniugale, non mi pare sia stato vicino alle esigenze di Edvige e Anna.

Quando Edvige si sentì' male, il 29 giugno del 12', erano quasi tre mesi giorni che Gennaro continuava la sua assidua assistenza a Edvige, senza essere contattato mai dal figliolo e senza trascurare affatto di visitare mattina e sera Anna in ospedale.

Gennaro non aveva idea di quando Anna sarebbe stata dimessa, il prof Coratti gli aveva detto ...a giorni.

Ma purtroppo proprio tra il 22 e il 29 Giugno insorse una setticemia che mise in pericolo la stessa vita di Anna.

Il 29 Giugno mi rivolsi al 118 per Edvige, che fu portata il ospedale al pronto soccorso verso le 15...
La sera stessa Anna ed io avvertimmo il fratello e la mattina stessa mi dissero che Edvige non era più' al pronto soccorso ma era stata trasferita a Castel del Piano, nosocomio secondo me non attrezzato per le cure specifiche necessarie a mia Suocera.

All'Ospedale di Grosseto non furono rilevate ecchimosi o traumi, e nemmeno presenza di fondotinta, cosmetico che permane non più' di 24 ore sulla pelle, e tuttavia dopo 5 gg a Castel del Piano, cosa per me incongrua, furono rilevate cose del genere e furono anche svolte interviste a mio parere irregolari o a Edvige, che non avendo spontaneamente chiesto colloqui con il figlio da solo, e non essendo in grado di rispondere, come rilevato dai Medici, non era proprio in grado di coinvolgere la persona che per anni la aveva assistita, accompagnata, a cui Ella stessa scriveva gli Auguri negli onomastici, nei compleanni, a Pasqua e a Natale ...


quella stessa persona a cui aveva concesso la mano della Figlia in una sera di Gennaio, che la accompagnava all'Amiata in Estate , dal cardiologo dott d'Alonzo, dalla dott.ssa Batignani, medico di famiglia, in Chiesa, sempre accompagnati anche da Anna.

Dopo Castel del Piano Edvige fu portata all' Ospedale di comunità'. Di Grosseto e qui mori' il 17 Luglio 2012 ...

Anna dopo tre mesi al Misericordia di Grosseto fu accompagnata a Montevarchi, a Dicembre riportata al MisericordIa Gr, poi alla Casa di Riposo Ferrucci di Grosseto, dove ancora si trova
Mentre scrivo a Lei accanto, senza averla mai lasciata nemmeno un giorno dalla mattina quando viene tolta dal letto e messa sulla sedia a rotelle alla sera quando si addormenta ...

Dopo essere stato denunciato dal fratello di Anna, attendo l'esito della mia vicenda legale.

Se dovessi mancare, Anna, che ha bisogno di uno che la sostenga in tutto, diventerebbe la vera vittima di questa dolorosa vicenda.

Ho imparato che per non sbagliare occorre evitare di parlare ed agire.
Ma se rinascessi, aiuterei ancora mia Madre, con cui ho vissuto sempre fino al 93, quando morì', e la mia seconda Madre, Edvige ...
... e naturalmente le loro due Figlie ...


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